Reggia di Capodimonte
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Costruita su una collina boschiva che domina Napoli, la Reggia di Capodimonte è uno degli esempi più luminosi di architettura neoclassica Settecentesca in Italia. La prima pietra fu posta nel 1738 per volere di Re Carlo di Borbone, che aveva bisogno di un luogo di prestigio dove esporre parte della Collezione Farnese ereditata dalla madre, Elisabetta Farnese.
La Reggia di Capodimonte nasce, quindi, già con una vocazione museale. Solo in un secondo momento, con Ferdinando I delle Due Sicilie prima e Gioacchino Murat poi, parte dell'ampia costruzione sarà adibita a residenza. La visita alla Reggia si apre proprio con i capolavori della Collezione Farnese: nella prima sala, dedicata a Tiziano Vecellio, è possibile ammirare alcune delle più celebri tele dell'artista veneto, come il “Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese” o la “Danae”.
La visita prosegue poi con uno dei più grandi capolavori della Storia dell'Arte: la “Crocifissione di Masaccio”, opera che era parte di un più ampio polittico oggi smembrato e che di fatto inaugura lo stile pittorico Rinascimentale. Da questo punto in poi ammireremo tutta la lunga sequenza di stanze in cui sono ospitate le tele pittoriche della Collezione Farnese. Alcuni nomi ne rendono il prestigio: Raffaello Sanzio, Sebastiano del Piombo, Botticelli, Parmigianino, i cicli pittorici di Agostino e Annibale Carracci, Pieter Bruegel il Vecchio. Solo alcuni dei capolavori presenti nel museo, frutto delle acquisizioni che i Farnese operarono nel corso del tempo.
Il secondo piano della Reggia è poi impreziosito dall'ampia Galleria delle Arti a Napoli dal '200 al '700. Un capolavoro su tutti: “La Flagellazione” dipinta da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. E poi grandi artisti come Luca Giordano, Pinturicchio, il Sodoma, Simone Martini e Artemisia Gentileschi, che danno lustro a una collezione frutto, per lo più, di acquisizioni di matrice borbonica. La successiva Collezione d'Avalos è poi incentrata principalmente sui grandi nomi della pittura napoletana barocca: quella di Luca Giordano, Mattia Preti e Francesco Solimena.
Anche gli amanti dell'arte contemporanea, infine, avranno di che deliziarsi: il “Grande Cretto Nero” di Alberto Burri accoglie tutt'oggi i visitatori della sezione, assieme al “Vesuvio” policromo di Andy Warhol e alle opere di Pistoletto, Kounellis, Daniel Buren e Joseph Kosuth, solo per fare qualche esempio. Capodimonte, assieme al suo meraviglioso bosco e alle porcellane che dal '700 sono il vanto della manifattura napoletana, è un viaggio che parte dall'arte medievale e attraversa 800 anni di storia.