Un tuffo al Castello

Un tuffo al Castello

Tuffarsi a Castel dell'Ovo alla ricerca di un po’ di refrigerio nelle torride giornate estive è scontato per chi vive a Napoli o per chi nella città si trova di passaggio.

Il mare è lì a disposizione di tutti. Ma a Castel dell’Ovo ci si rigenera persino se non ci si tuffa in acqua. Una leggera brezza salata, una passeggiata al Borgo Marinari con i pescatori che preparano le nasse, il sole che tramonta inondando di oro il mare, le barche che rientrano al porto, le stradine lastricate di sampietrini scuri, Capri sulla linea dell'orizzonte, il Castello. I bambini che giocano sugli scogli fino a via Caracciolo.

A Castel dell'Ovo si rinasce e non è un caso se questo luogo sia una culla di storie e di simboli legati proprio al tema della rinascita. La stessa isoletta su cui sorge il castello, secondo alcune testimonianze citate nel libro “Il simbolismo dell’uovo” di Paolo Izzo, in tempi antichissimi non era altro che una propaggine del Monte Echia, da cui fu separata a causa di una calamità naturale.

“La cronaca soggiunge che Virgilio Mago fu amato, rispettato, idolatrato quasi come un Dio, poiché giammai rivolse la sua magia a scopo malvagio, sibbene sempre a vantaggio della città e dell’uomo”
Matilde Serao - “Leggende Napoletane”

E come sopravvissuta, divenne il simbolo di una resistenza e quindi di una rinascita. E la mitologia legata al Poeta Mago protettore della città, Virgilio, rafforza il valore simbolico che il Castel dell'Ovo ha per tutti i napoletani. Fu proprio qui che la Sirena Partenope depose il suo uovo. L'uovo della rinascita. Dove lo depose è argomento ancora dibattuto, ma secondo fonti che fanno riferimento alla Cronaca di Partenope e che sempre Izzo cita nel suo libro, la caraffa con l'uovo fu tenuta appesa a una quercia nascosta in una stanza segreta al centro del castello.

All'interno di quella stanza su richiesta di Virgilio furono aperte due finestre rivolte rispettivamente a oriente e a occidente. Quella a est guardava il sole sorgere e si trovava nella stessa direzione di Montevergine, dove Virgilio coltivava in un orto nascosto delle erbe miracolose, capaci di guarire il corpo e l'anima. Capaci – si racconta – di restituire la vista alle pecorelle. E dunque capaci di far rinascere. Quella a ovest invece guardava il sole tramontare e si rivolgeva al lago d'Averno, dove le anime dei morti scendevano verso gl’Inferi e dove lo stesso Virgilio aveva ambientato il viaggio di Enea verso l'Oltretomba.

Un percorso simmetrico tra alba e tramonto, tra la nascita e la morte, che aveva come fulcro proprio l'uovo della Sirena Partenope, nascosto nelle stanze segrete del Castel dell’Ovo.

Sarà per le tante suggestioni che questo luogo evoca, ma ancora oggi quando si va al Castello per un bagno o per una passeggiata, si può ritrovare leggerezza e spensieratezza.

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