Un coniglio in mezzo al mare

Un coniglio in mezzo al mare

L’incomparabile bellezza di Capo Palinuro riserva sorprese ad ogni angolo. Tra i luoghi più suggestivi, si possono senz’altro annoverare le spiagge del lato sud: la Baia del Buondormire, la Spiaggia della Marinella, Cala Longa e la Spiaggia dell’Arco Naturale.

Chiunque le visiti, non potrà non notare che in mezzo al mare, di fronte a questo tratto di costa incantevole, sorge un isolotto dalla forma peculiare: lo Scoglio del Coniglio. Così chiamato proprio per la sua forma, che ricorda appunto quella di un coniglio placidamente accoccolato, è da sempre uno dei simboli di questa terra e un riferimento per chiunque abbia navigato in queste acque.

La sua particolarità non è naturalmente mai sfuggita ai locali, che ancora oggi vi si recano sia per bagnarsi nelle acque circostanti, i cui colori incredibili virano dal blu cobalto al verde smeraldo, sia per raccogliervi il finocchietto di mare, chiamato critamo, pianta spontanea dalle molteplici qualità nutrizionali che cresce lungo tutta la costa, molto usata nella gastronomia del posto in tanti modi diversi, sia come alimento sia per la preparazione di un liquore dal gusto unico, ottimo come digestivo: il critamo che cresce sullo Scoglio del Coniglio è considerato in assoluto il migliore.

Ma non sono solo questi i motivi di interesse per visitarlo. Nonostante questo isolotto abbia dimensioni ridotte, alberga una sua propria flora e fauna. Ciò è dovuto alle diverse, seppure impercettibili varietà geologiche tra la terraferma e l'isola, cosa ancor più ragguardevole se si tiene presente che già la terraferma presenta una enorme biodiversità. Inoltre, tra le sue pareti si apre un tunnel subacqueo, vero paradiso per gli amanti dello snorkeling.

E non meno ricca è la sua storia. In epoca arcaica, per la sua posizione, era considerato un luogo sacro, sede di riti propiziatori legati al culto del Sole. Era inoltre un punto di incontro tra i Greci colonizzatori che arrivarono su queste coste intorno al VI sec. a.C. e gli Enotri, popolo autoctono già stanziale nell’area. Era poi un punto di riferimento per la navigazione quando, in epoca greca, Palinuro divenne uno dei porti della Kora di Elea.

Proprio sullo Scoglio del Coniglio sono stati ritrovati mattoni di fattura eleatica, che hanno portato ad approfondire le ricerche storiche e archeologiche. È stato perciò ipotizzato che la frequentazione del luogo è cominciata fin dall’Età del Bronzo, e che lo scoglio sia stato abitato per molti secoli, almeno fino all’VIII d.C., quando il Cilento era frontiera tra il principato longobardo di Salerno e la Calabria bizantina. Alcuni indizi lasciano pensare che sullo Scoglio del Coniglio, nei periodi estivi, risiedesse un monaco bizantino. Sono stati rinvenuti, infatti, frammenti di ceramica nord africana risalenti al VI sec. d.C.

Per tutti questi motivi, da qualche anno una troupe, diretta dal prof. Elio De Magistris e formata dagli archeologi Giovanni Festa e Vincenzo Pellegrino, è al lavoro per approfondire le indagini, già avviate dal docente cilentano e in parte pubblicate sulla “Rivista di Topografia Antica”, di una realtà particolarmente significativa del Cilento antico.

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