Arroccato sulla cima del Monte Ginestro, tra i Monti Prenestini, a 763 metri di altezza, Castel San Pietro Romano dal 2017 è tra i borghi più belli d’Italia e dal 2019 il più bello del Mediterraneo.
Il paesino ha una storia lunghissima che affonda le radici nell’età del Bronzo, come attestano i ritrovamenti di alcune ceramiche che raccontano l’evoluzione del primo nucleo abitativo. Proseguì poi nei secoli successivi passando per il VI d.C., quando furono costruite le mura che ancora oggi circondano il paese, che divenne la sede di un monastero benedettino dove visse Papa Gregorio Magno.
Nel XII secolo il territorio entrò a fare parte dei feudi della famiglia Colonna, che vi fece costruire la rocca che ancora oggi sovrasta il paese, a scopo difensivo. Il castello, che poi diede origine all’antico nome “Castellum Sancti Petri”, fu distrutto due volte: la prima sotto Papa Bonifacio VIII e la seconda con il Papa Eugenio IV nel 1436. La rocca fu ricostruita poi nel 1482 e da quel momento iniziò a svilupparsi anche il borgo per come oggi lo conosciamo. Nel Medioevo le mura del castello ospitarono Jacopone da Todi che qui scrisse lo Stabat Mater.
Il panorama che si gode da Castel San Pietro Romano è indimenticabile. Il borgo si affaccia su tutta la zona a ovest di Roma, da Sant’Oreste, con il Monte Soratte alle spalle, al lago di Vico e ai Monti Cimini. Tutt’intorno invece si estende l’area naturalistica della Valle delle Cannuccete, che ospita la famosa quercia del ”Palestrina”: un gigante di ventidue metri con un tronco dalla circonferenza di sei che ormai ha più di cinquecento anni d’età. Non a caso la Valle delle Cannuccete è stata dichiarata monumento naturale dalla Regione Lazio.
All’interno della Valle vi sono ancora gli acquedotti romani che hanno rifornito la città di Preneste dall’antichità fino agli anni Settanta del secolo scorso. Con un paesaggio così ricco di storia e di bellezze naturalistiche, Castel San Pietro Romano conobbe un periodo di splendore grazie al cinema, quando tra le mura che circondano il borgo a partire dagli anni Cinquanta vi furono ambientati film di successo come “Pane amore e fantasia” nel 1953 e “Pane amore e gelosia”, con Vittorio de Sica, nel 1954. E questo grazie all’iniziativa del sindaco dell’epoca, Adolfo Porry Pastorel, considerato il padre del fotogiornalismo italiano.