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Ricostruire la storia di un edificio a Pompei è affascinante: studiare le decorazioni, recuperare gli spazi e mettere insieme le tracce lasciate da chi quei luoghi li ha abitati 2000 anni fa.

Per molte domus questo esercizio è più complicato perché tante sono le lacune e gli elementi che il tempo ha inesorabilmente cancellato. Alcune però sono riuscite a sfuggire all’oblio: ad esempio si può avere la fortuna di trovare all’interno di una casa un indizio capace di rivelare qualcosa sulla vita di quel luogo prima dell’eruzione, come è accaduto nella domus di Sirico.

Qui è stato rinvenuto un sigillo in bronzo con il nome Siricus, e le ipotesi degli studiosi si sono concentrate su P. Vedius Siricus quale ultimo proprietario della casa. Egli era noto in città per la sua attività politica e per le cariche pubbliche ricoperte, e doveva avere anche una spiccata propensione per il commercio a giudicare dal SALVE LUCRU posto all’ingresso dell’abitazione. In realtà uno degli ingressi perché la casa è il risultato dell’unione di due edifici, uno con affaccio su Vico del Lupanare e l’altro su Via Stabiana.

Pur avendo una conformazione un po’ differente dal solito, la casa aveva senza dubbio una decorazione di alto profilo, in linea con lo status sociale del proprietario, e con tutta probabilità al momento dell’eruzione si stava procedendo ad una ristrutturazione.

Tra le stanze aggiornate alla moda dell’epoca c’è l’esedra che conserva una delle pareti più raffinate, esempio di IV stile pompeiano. Al suo interno il dominus accoglieva gli ospiti che potevano ammirare, tra il vivace ocra e le finte architetture, un quadretto con la scena mitologica di Ercole ebbro e Onfale. Una scena che evoca la leggerezza, l’abbandono alle passioni, la sospensione delle attività quotidiane.

Non è l’unica scena di questo genere nella casa, altre hanno come protagonista l’eroe mitologico Enea, e alcuni studiosi si sono interrogati sul perché di questa scelta. Forse un uomo così determinato, ambizioso e legato agli aspetti materiali della vita tra le mura di casa voleva cedere al disimpegno e al dolce far nulla, coinvolgendo anche i suoi ospiti. Questo non lo sapremo mai.

Certo oggi nella casa di Sirico c’è qualcosa che più di un’immagine dipinta spinge il visitatore ad una riflessione: i calchi dei corpi trovati in prossimità della casa. Si tratta dei primi esemplari, quelli realizzati da Giuseppe Fiorelli, l’archeologo fautore di questo innovativo metodo di conservazione dei reperti. Ancora una volta Pompei ci ricorda che la morte non risparmia neanche gli amori, i miti e le ricchezze.

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